Lettere
Il dovere ed il piacere non vanno di pari passo
a Maria
Se tu potessi rileggere la lettera che mi hai spedito, potresti renderti conto che ci sono già le risposte che tu cerchi. Daltronde, direbbe M. Erickson, "sappiamo già tutto ciò che cè da sapere, solo che non sappiamo di sapere".
"..mio padre ci ripeteva sempre:"Prima il dovere poi il piacere".
Anche Francesca, una volta, mi ha raccontato che, qualunque cosa lei facesse da ragazza, il padre le ripeteva sempre: "Non è abbastanza!". Con questi genitori il risultato non è mai quello buono per ottenere un apprezzamento, un sorriso, una carezza; il figlio, lapprendista è un ferro ed il ferro non deve venire mai a galla!; la fregatura è che, anche quando ce ne andiamo via di casa, essi continuano a rompere
dentro di noi, fino a che non ci decidiamo a farli fuori (..meglio con il perdono).
"..la mia vita doverosamente si risolve tra la famiglia ed il lavoro; non mi permetto altri spazi; mi chiedo perché il dovere ed il piacere non vanno di pari passo per me".
La famiglia ed il lavoro, se da una parte danno sicurezza, dallaltra, specie se occupano tutto il nostro tempo, sortiscono stanchezza e depressione. E come se tu usassi sempre due vestiti soltanto. Sai che palle.
Esci e poi fermati a guardare il mare: non è mai lo stesso! Poi girati e guarda gli alberi sulle montagne: il paesaggio cambia con il mutare delle stagioni. Tu stessa hai bioritmi diversi allinterno del giorno, del mese, dellanno.
Ma, ora, tu senti di avere altre possibilità e cominci a muoverti verso altri colori, stai provando altri abiti.
Ti sei presa una pausa, sei uscita e ti sei scoperta allegra, spensierata con tanta voglia di muoverti, esserci, godere anche delle più piccole cose.
Si, il sole si alza tutte le mattine per noi, ci scalda e ci riempie di luce; non se ne scorda mai. Ma noi, colmi di idee e progetti, il più delle volte non lo vediamo, e non solo quanto è coperto dalle nuvole.