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Il corpo nella vita e nella scuola
Ai docenti
Ho insegnato per molti anni a scuola (docente di lettere e psicologia) e contemporaneamente mi sono occupato di benessere, malattia e salute nella vita e nella scuola (come psicopedagogista, psicologo e psicoterapeuta).
Stare bene con se stessi e stare bene a scuola dovrebbero essere obiettivi primari. Non è così.
Il disagio-malessere trabocca dalla vita nella scuola e viceversa. Molti sostengono da tempo che questa società è malata (si è parlato di IO diviso, schizofrenia ); la causa principale è la separazione mente-corpo.
Tutta l'educazione tende a sviluppare il sapere, la conoscenza, l'emisfero sinistro, la ragione, la memoria , la MENTE.
Ci occupiamo del CORPO, come qualcosa di estraneo, una macchina, da usare per soddisfare i progetti della mente: dal meccanico per riparare qualche guasto, dal "lavagista" per apparire, col desiderio di un'altra macchina sempre più bella e veloce. Ma il nostro corpo-macchina non può essere venduto o rottamato; anche se la morte riguarda sempre gli altri.
La mente raramente è nel luogo dove si trova il corpo, è sempre da qualche altra parte nel tentativo di controllare la vita stessa.
La scuola ha contribuito pesantemente a formare e mantenere questa malattia; ed è finita anche per essere la scuola dell'alunno tipo, la scuola dell'omologazione.
Il corpo a scuola non c'è, costretto e nascosto dietro il banco o la cattedra; per quasi tutte le ore si usano parole-pensieri-emisfero sinistro.
La mente è molto utile per la conoscenza; poco per le emozioni, l'affettività, la motricità, la sessualità, le relazioni, i comportamenti: la nostra vita.
Ora che abbiamo a disposizione il computer forse possiamo dedicare meno tempo per memorizzare informazioni e più tempo per sentire il corpo... nel silenzio della mente, riconoscere la differenza nell'altro ed accettarla, fare, fare con gli altri (altro da noi), creare, ridendo, consapevoli del corpo, interi, sani.